25.1.10

Crisi e famiglia

Dalla lettera del Santo Padre al Presidente del Consiglio in occasione del G8 dell'Aquila: l'economia deve essere rifondata sulla base delle esigenze della famiglia, avendo al centro le esigenze occupazionali, per assicurare ai lavoratori ed alle lavoratrici la possibilità di educare dignitosamente i figli.

Agli illustri partecipanti all’incontro del G8, mi preme altresì ricordare che la misura dell’efficacia tecnica dei provvedimenti da adottare per uscire dalla crisi coincide con la misura della sua valenza etica.
Occorre cioè tener presenti le concrete esigenze umane e familiari: mi riferisco, ad esempio, all’effettiva creazione di posti di lavoro per tutti, che consentano ai lavoratori e alle lavoratrici di provvedere in maniera degna ai bisogni della famiglia, e di assolvere alla primaria responsabilità che hanno nell’educare i figli e nell’essere protagonisti nelle comunità di cui sono parte.
«Una società in cui questo diritto sia sistematicamente negato, - ebbe a scrivere Giovanni Paolo II - in cui le misure di politica economica non consentano ai lavoratori di raggiungere livelli soddisfacenti di occupazione, non può conseguire né la sua legittimazione etica né la pace sociale» (Centesimus annus, 43; cfr. Id., Laborem excercens, 18).
E proprio a tale scopo, si impone l’urgenza di un equo sistema commerciale internazionale. (...)
E’ doveroso riformare l’architettura finanziaria internazionale per assicurare il coordinamento efficace delle politiche nazionali, evitando la speculazione creditizia e garantendo un’ampia disponibilità internazionale di credito pubblico e privato al servizio della produzione e del lavoro, specialmente nei Paesi e nelle regioni più disagiati.
(Dedicato a un amico che inizia oggi la grande avventura del lavoro)

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